È morta Nadia Toffa, dopo un cancro vissuto sotto i riflettori. Mi dispiace tantissimo: morire a quarant’anni sembra quasi un’ingiustizia verso la vita.
Domani potremo parlare di come la narrativa della “guerra al cancro”, la sua personificazione in quanto “mostro” e tutta la semplificazione mediatica che ne consegue possa essere addirittura dannosa, soprattutto per un certo tipo di pazienti.
Oggi è il momento dell’abbraccio alla famiglia e agli amici della Toffa, ma anche e soprattutto a chi sta vivendo con un cancro e, giustamente, ha paura: ricordatevi che no, non tutti i tumori sono uguali e che le statistiche dicono che la sopravvivenza netta a cinque anni è di oltre la metà (54% per gli uomini, 63% delle donne).
Come si vede le terapie scientifiche non riescono a salvare tutti. Ma salvano molti (ancora, dipende dal tipo di tumore, dallo stadio e da tanti altri fattori). E riescono a dimostrarlo, nero su bianco. Affidarsi a “terapie” antiscientifiche significa abbassare le proprie possibilità di guarigione da oltre il 50% allo 0%. Vi conviene?